PLATONE

Platone (427 - 347 a.C.), al contrario del suo maestro Socrate, ha scritto tantissimo. Possiamo dividere le sue opere in opere giovanili, opere della maturità e opere della vecchiaia. Quasi tutte queste opere sono scritte con il modello dialogico. Il primo dei suoi dialoghi è l'Apologia di Socrate, attraverso il quale abbiamo capito ciò che pensava questo filosofo, poiché non aveva scritto niente; già il titolo ci fa capire che c'è un assoluto consenso da parte di Platone per la teoria di Socrate. In questo dialogo però si parla solo del processo, mentre nel Critone si difendono le leggi della polis e Platone ci mostra come Socrate si rifiuti di fuggire dal carcere dando il suo ultimo grande insegnamento. In Platone troviamo poi una nuova concezione di amore: secondo lui non dovrebbe essere un rapporto tra sole due persone, poiché un uomo dando il suo amore solo ad una donna, lo toglierebbe ad un'altra. Allo stesso modo erano visti i figli: secondo lui non bisognava crescere solo i propri figli al meglio, perché ciò significava togliere delle possibilità ad altri giovani; per questo l'ideale sarebbe che lo Stato si occupasse di tutti i figli, crescendoli in comune e guidandoli alla virtù. Parlando di Stato, per Platone l'unico davvero in grado di governare bene sarebbe un "re filosofo" e per questo passa alcuni anni della sua vita in Sicilia, cercando di insegnare la sua filosofia prima a Dioniso il vecchio, e poi a suo figlio Dioniso il giovane; purtroppo fallì in entrambi i casi. Un altro importante momento della vita di Platone, è quello in cui fonda l'Accademia Platonica, con lo scopo di educare al meglio i giovani e di realizzare il suo sogno di far salire al governo un filosofo. Per spiegare la sua filosofia Platone ricorre a delle "metafore", a dei miti: è questo il caso del mito della caverna, e del mito della biga alata.

 

Torna alla tavola sinottica...