SOCRATE

Il filosofo greco Socrate nacque nel 469 a.C. ad Atene e vi morì nel 399 a.C. bevendo la cicuta per ordine del governo: morì dunque a 77 anni dopo una vita fuori dal comune. Sappiamo di lui solo ciò che ci è giunto per mezzo di testimonianze indirette: Platone, suo discepolo, lo ha reso il protagonista di quasi tutti i suoi scritti, parlandone come se fosse un santo. La tradizione narra poi che, dato che Socrate sapeva di non sapere, era stato proclamato il più sapiente tra gli uomini. Sappiamo anche che questo filosofo ateniese aveva partecipato attivamente alla vita politica della sua città, criticando però troppo la democrazia di Trisabulo e guadagnandosi così la condanna a morte per empietà. Secondo quanto narrato nell'Apologia di Socrate, durante il processo avrebbero solo dovuto stabilire se Socrate dovesse essere esiliato oppure assolto, ma egli sfidando i suoi accusatori innervosì i giudici che decisero di condannarlo a morte. Ed anche quando gli si presentò la possibilità di scappare dalla cella e di evitare la sua condanna, egli preferì rimanere fedele ai suoi ideali (oltretutto morire non lo spaventava affatto) e scelse la morte. Ecco poi una cosa strana: Socrate non ha mai scritto niente! Il suo metodo si basa sul dialogo col fine di cercare la verità (una definizione che fornisce il significato universale di un oggetto, al di là dei semplici esempi). La dialettica si articola poi in due momenti fondamentali: l'ironia (critico-negativo) e la maieutica (costruttivo-positivo). L'oggetto della ricerca è costituito dalle varie virtù: conoscerle (e dunque conoscere la natura del bene) basta per evitare di agire in modo sbagliato. Questa è la dottrina nota come l'intellettualismo etico di Socrate.

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