THOMAS HOBBES

Thomas Hobbes (Westport 1588 - Hardwick 1679), filosofo inglese, ha studiato all'Università di Oxford divenendo poi precettore del nobile William Cavendish. Proprio accompagnando il suo allievo nel suo Grand Tour, ha potuto conoscere Galileo e perfino Cartesio! In una disputa tra il re Carlo I ed il Parlamento ha deciso di prendere posizione a favore del re con il trattato "Elementi di legge naturale e politica". Per paura di essere arrestato a causa della pubblicazione di quest'opera, è andato volontariamente in esilio a Parigi . Lì nel 1642 ha completato "Il Cittadino", ma il suo vero capolavoro è arrivato circa 10 anni dopo, nel 1651: il "Leviatano". In quest'opera sostiene con fermezza la necessità di avere un contratto che regoli il governo dello Stato. Questo contratto, irrevocabile, prevede che ogni cittadino rinunci ad una parte delle sue libertà per affidare il potere nelle mani di un'unica persona, il sovrano.

In quegli anni Hobbes stava lavorando come precettore di quell'uomo che sarebbe poi diventato re Carlo II, anch'egli in esilio; purtroppo però, i sostenitori del principe hanno visto nel "Leviatano" una minaccia ed Hobbes si è visto costretto a tornare in Inghilterra. All'incoronazione del suo ex allievo ne ha ottenuto la protezione, ma pochi anni dopo questi ha inserito il "Leviatano" in una lista di libri accusati di ateismo ed Hobbes ha per questo dovuto vedere molti dei suoi scritti diventare cenere.

La filosofia di Hobbes è di tipo meccanicistico, nel senso che secondo lui tutto, anche la sensazione dell'uomo, è conseguenza di una reazione al movimento. Possiamo trovare tutto il suo pensiero negli "Elementi di filosofia", costituiti da tre parti composte in periodi diversi: "Il corpo", "L'uomo" e "Il cittadino". Secondo Hobbes poi, il sapere si fonda sull'attribuzione, convenzionalmente pattuita, di nomi alle cose.

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